nac mammiferi soliti e insoliti

L'encefalitozoonosi nel coniglio

« Older   Newer »
  Share  
nenola
view post Posted on 23/3/2009, 11:34




Introduzione
L'agente eziologico dell'encefalitozoonosi si chiama Encephalitozoon cuniculi (conosciuto precedentemente come Nosema cuniculi). E' un micro organismo della Famiglia dei Microsporidi, che per sopravvivere deve parassitare le cellule dell'ospite infettato. La sua corretta classificazione tassonomica non è ancora del tutto chiara; sembra che ultimi studi collochino Encephalitozoon in una classe altamente specializzata della Famiglia dei funghi (Giordano C. et al).
La prima segnalazione di un caso riconducibile ad infestazione da Encephalitozoon, risale al 1922 ad opera di Wright e Craighead che definirono le lesioni trovate come “lesioni incidentalmente e, presumibilmente accidentali”, definizione che tutt'oggi calza ancora perfettamente.
Il parassita non colpisce solo il coniglio ed i Lagomorfi, ma è stato segnalato in diverse altre Specie di Animali quali cavie, topi, criceti, pecore, maiali, cani, gatti, volpi blu, primati e uccelli.
E' stato identificato come patogeno opportunista dell'Uomo in corso di malattie che debilitano gravemente il sistema immunitario del soggetto (AIDS, malattie croniche, ecc.).

Trasmissione
La trasmissione avviene principalmente tramite ingestione di cibo contaminato da feci e soprattutto urine contenenti le spore. Una volta nell'intestino il parassita penetra all'interno delle cellule ed inizia una prima replicazione e la distribuzione nell'organismo infettato verso gli organi bersaglio rappresentati da cervello, reni, cuore e, occasionalmente, fegato.
Dopo 4-6 settimane dall'infezione, compaiono in circolo gli anticorpi ed inizia l'eliminazione delle spore con le urine, fonte di infezione per gli altri conigli. Il coniglio può contrarre la malattia non solo dai compagni di gabbia, ma anche da roditori o conigli selvatici.
Se l'infezione avviene quando la coniglia è gravida, il parassita si può localizzare anche all'interno del cristallino nell'occhio del feto, di conseguenza dopo la nascita si verifica un'infiammazione dell'iride ed una cataratta (che consiste in un opacamento del cristallino, la lente trasparente dell'occhio).
Un coniglio da compagnia alloggiato in casa, senza contatti con altri animali, ha poche probabilità di infettarsi.
Cessata la produzione di spore, il coniglio non è più infettante, ossia non è più in grado di trasmettere la malattia. E' improbabile che un coniglio adulto sano sia contagioso (vale a dire, che elimini il parassita con le urine). I conigli sotto i quattro mesi di età possono invece aver contratto il parassita dalla madre e quindi possono essere eliminatori di spore con le urine, anche in assenza di segni clinici evidenti. Pertanto è una buona norma di profilassi tenere isolati i coniglietti appena acquistati da eventuali altri conigli presenti in casa, finché non hanno raggiunto i 5 mesi di età.

Sintomi clinici
I segni clinici causati da E. cuniculi sono alquanto variabili; ci sono numerosi casi che nonostante l'infezione sono completamente asintomatici, sino ai più gravi sintomi che conducono alla morte del soggetto molto rapidamente. Il più comune sintomo in corso di encefalitozoonosi è la manifestazione di disturbi neurologici, il famoso coniglio dalla testa ruotata, o torcicollo, seguito in ordine percentuale, da problemi renali ed oculari.
La sintomatologia acuta è l'esito della rottura delle cisti che il parassita forma una volta raggiunti gli organi bersaglio; si assiste ad una infiammazione imponente dei tessuti circostanti e allo sviluppo dei sintomi.
I sintomi a carico del Sistema Nervoso Centrale possono variare molto: si possono osservare incoordinazione motoria, movimenti anomali degli occhi (nistagmo), tremori degli arti o parti del corpo quando l'animale è a riposo sino a convulsioni e, come detto precedentemente, alla morte improvvisa. Anche il “torcicollo” riconosce diversi gradi di gravità: dalla semplice lieve inclinazione della testa sino all'incapacità di mantenere l'equilibrio.
Questi sintomi comunque, non sono esclusivi dell'encefalitozoonosi, ma altre patologie come l'infezione da Pasteurella, da Toxoplasma, otiti esterne, traumi, neoplasie possono portare a sintomi neurologici perfettamente sovrapponibili a quelli di Encephalitozoon cuniculi.

Diagnosi
La diagnosi certa di infezione da E. cuniculi nell'animale in vita, è solo presuntiva; questo significa che per evidenziare il parassita si deve ricorrere all'esame istologico dei tessuti coinvolti e si capisce immediatamente che l'esame del Sistema Nervoso Centrale non può avvenire nell'animale vivo ma solo in sede necroscopica ed eseguito da laboratori specializzati.
Tuttavia esiste la possibilità di eseguire un prelievo di sangue per eseguire la titolazione degli anticorpi prodotti verso E. cuniculi. Questo test, anche se suggestivo, non rappresenta una diagnosi certa, indica solo che l'animale è entrato in contatto con il parassita ma non necessariamente è la causa dei sintomi osservati al momento. E' stato dimostrato sperimentalmente che non c'è una relazione diretta tra la presenza di anticorpi e la presenza del parassita nel tessuto cerebrale, tra la quantità di anticorpi (il titolo anticorpale) e la quantità di parassiti presenti e tra il titolo anticorpale e la gravità dei sintomi osservati. Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato la presenza di anticorpi contro E. cuniculi nell'80% dei conigli da compagnia normali. Tutto ciò rende l'interpretazione dei test sempre molto complessa.
L'utilità del test è invece indubbia se il risultato è negativo, poiché permette di escludere l'encefalitozoonosi dalla lista delle diagnosi differenziali.

Terapia
E' importante sottolineare che i farmaci utilizzati possono eliminare il parassita dall'organismo infettato, ma non possono riparare le lesioni che questo ha provocato (lesioni granulomatose nel Sistema Nervoso Centrale), è quindi di fondamentale importanza l'intervenire il più precocemente possibile per prevenire l'insorgenza di lesioni irreversibili. Non esistono farmaci registrati per la terapia dell'encefalitozoonosi del coniglio. I farmaci comunemente impiegati appartengono ad una Famiglia di farmaci antiparassitari registrati per l'uso nell'uomo e per altri animali (bovini, cani e gatti), i farmaci benzimidazolici: albendazolo e fenbendazolo. Questi farmaci, si sono rivelati efficaci e virtualmente privi di gravi effetti collaterali; l'appetito viene considerato un valido indicatore della prognosi: i conigli che continuano ad alimentarsi, seppure con qualche aiuto da parte del proprietario, solitamente guariscono. Quelli che rifiutano il cibo difficilmente superano la malattia.
Durante la fase acuta, in presenza di animali che rotolano appena tentano di muoversi o con vere e proprie crisi convulsive in atto, è indicato l'uso di farmaci sedativi come le benzodiazepine, unito all'impiego di farmaci antinfiammatori quali corticosteroidi (l'uso è ancora dibattuto) e FANS.
La terapia chirurgica è invece riservata solo in caso di coinvolgimento oculare (uveite facoclastica), mediante l'asportazione del cristallino o l'enucleazione del globo oculare (meglio se dopo la risoluzione della fase acuta).
I sintomi possono regredire completamente, oppure può permanere una deviazione della testa da un lato (il cosiddetto "torcicollo") più o meno pronunciato. Nonostante il torcicollo, il coniglio è di solito in grado di condurre una vita pressoché normale e felice, e non va quindi presa in considerazione l'eutanasia solo per la presenza di questo sintomo..
Se altri conigli sono venuti in contatto con il soggetto infetto, è buona norma trattare preventivamente tutti con i farmaci illustrati prima vista l'estrema facilità con cui si trasmette il parassita.
Un consiglio molto utile è la pulizia e la disinfezione della gabbia, delle aree dove il coniglio ha soggiornato e dove è andato ad urinare e tutte le sue suppellettili con candeggina, vapore a pressione, prodotti a base di fenoli. Questi prodotti sembrano essere gli unici efficaci nell'eliminazione delle spore dall'ambiente.

Sergio Silvetti DVM
socio SIVAE-AEMV-EVT
via per Armeno n°1
28010 Miasino (No)
Tel.: +393401441276
Email: [email protected]

Bibliografia
Textbook of rabbit medicine, Frances Harcourt-Brown
Primo Incontro SIVAE, 19/20 Marzo 2005, Problemi urogenitali negli Animali Esotici; l'encephalitozoonosi nel coniglio: tutto (o quasi) quello che avreste voluto sapere e che forse non vi hanno mai detto, D'Acierno Dr. Massimo
L'infezione da Encephalitozoon cuniculi nel coniglio da compagnia, Marta Dr. Avanzi, aaeweb.net
Un'indagine su Encephalitozoon cuniculi in colonie di coniglio in Elazig, Turchia: pathomorphologic e serologic studies (carboimmunoassay test), Y. Eroksuz, H. Eroksuz, H. Ozer, A. ÇCevik, O.Unver

 
Top
signorbidoni
view post Posted on 16/1/2010, 00:34




CITAZIONE (nenola @ 23/3/2009, 11:34)
Introduzione
L'agente eziologico dell'encefalitozoonosi si chiama Encephalitozoon cuniculi (conosciuto precedentemente come Nosema cuniculi). E' un micro organismo della Famiglia dei Microsporidi, che per sopravvivere deve parassitare le cellule dell'ospite infettato. La sua corretta classificazione tassonomica non è ancora del tutto chiara; sembra che ultimi studi collochino Encephalitozoon in una classe altamente specializzata della Famiglia dei funghi (Giordano C. et al).
La prima segnalazione di un caso riconducibile ad infestazione da Encephalitozoon, risale al 1922 ad opera di Wright e Craighead che definirono le lesioni trovate come “lesioni incidentalmente e, presumibilmente accidentali”, definizione che tutt'oggi calza ancora perfettamente.
Il parassita non colpisce solo il coniglio ed i Lagomorfi, ma è stato segnalato in diverse altre Specie di Animali quali cavie, topi, criceti, pecore, maiali, cani, gatti, volpi blu, primati e uccelli.
E' stato identificato come patogeno opportunista dell'Uomo in corso di malattie che debilitano gravemente il sistema immunitario del soggetto (AIDS, malattie croniche, ecc.).

Trasmissione
La trasmissione avviene principalmente tramite ingestione di cibo contaminato da feci e soprattutto urine contenenti le spore. Una volta nell'intestino il parassita penetra all'interno delle cellule ed inizia una prima replicazione e la distribuzione nell'organismo infettato verso gli organi bersaglio rappresentati da cervello, reni, cuore e, occasionalmente, fegato.
Dopo 4-6 settimane dall'infezione, compaiono in circolo gli anticorpi ed inizia l'eliminazione delle spore con le urine, fonte di infezione per gli altri conigli. Il coniglio può contrarre la malattia non solo dai compagni di gabbia, ma anche da roditori o conigli selvatici.
Se l'infezione avviene quando la coniglia è gravida, il parassita si può localizzare anche all'interno del cristallino nell'occhio del feto, di conseguenza dopo la nascita si verifica un'infiammazione dell'iride ed una cataratta (che consiste in un opacamento del cristallino, la lente trasparente dell'occhio).
Un coniglio da compagnia alloggiato in casa, senza contatti con altri animali, ha poche probabilità di infettarsi.
Cessata la produzione di spore, il coniglio non è più infettante, ossia non è più in grado di trasmettere la malattia. E' improbabile che un coniglio adulto sano sia contagioso (vale a dire, che elimini il parassita con le urine). I conigli sotto i quattro mesi di età possono invece aver contratto il parassita dalla madre e quindi possono essere eliminatori di spore con le urine, anche in assenza di segni clinici evidenti. Pertanto è una buona norma di profilassi tenere isolati i coniglietti appena acquistati da eventuali altri conigli presenti in casa, finché non hanno raggiunto i 5 mesi di età.

Sintomi clinici
I segni clinici causati da E. cuniculi sono alquanto variabili; ci sono numerosi casi che nonostante l'infezione sono completamente asintomatici, sino ai più gravi sintomi che conducono alla morte del soggetto molto rapidamente. Il più comune sintomo in corso di encefalitozoonosi è la manifestazione di disturbi neurologici, il famoso coniglio dalla testa ruotata, o torcicollo, seguito in ordine percentuale, da problemi renali ed oculari.
La sintomatologia acuta è l'esito della rottura delle cisti che il parassita forma una volta raggiunti gli organi bersaglio; si assiste ad una infiammazione imponente dei tessuti circostanti e allo sviluppo dei sintomi.
I sintomi a carico del Sistema Nervoso Centrale possono variare molto: si possono osservare incoordinazione motoria, movimenti anomali degli occhi (nistagmo), tremori degli arti o parti del corpo quando l'animale è a riposo sino a convulsioni e, come detto precedentemente, alla morte improvvisa. Anche il “torcicollo” riconosce diversi gradi di gravità: dalla semplice lieve inclinazione della testa sino all'incapacità di mantenere l'equilibrio.
Questi sintomi comunque, non sono esclusivi dell'encefalitozoonosi, ma altre patologie come l'infezione da Pasteurella, da Toxoplasma, otiti esterne, traumi, neoplasie possono portare a sintomi neurologici perfettamente sovrapponibili a quelli di Encephalitozoon cuniculi.

Diagnosi
La diagnosi certa di infezione da E. cuniculi nell'animale in vita, è solo presuntiva; questo significa che per evidenziare il parassita si deve ricorrere all'esame istologico dei tessuti coinvolti e si capisce immediatamente che l'esame del Sistema Nervoso Centrale non può avvenire nell'animale vivo ma solo in sede necroscopica ed eseguito da laboratori specializzati.
Tuttavia esiste la possibilità di eseguire un prelievo di sangue per eseguire la titolazione degli anticorpi prodotti verso E. cuniculi. Questo test, anche se suggestivo, non rappresenta una diagnosi certa, indica solo che l'animale è entrato in contatto con il parassita ma non necessariamente è la causa dei sintomi osservati al momento. E' stato dimostrato sperimentalmente che non c'è una relazione diretta tra la presenza di anticorpi e la presenza del parassita nel tessuto cerebrale, tra la quantità di anticorpi (il titolo anticorpale) e la quantità di parassiti presenti e tra il titolo anticorpale e la gravità dei sintomi osservati. Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato la presenza di anticorpi contro E. cuniculi nell'80% dei conigli da compagnia normali. Tutto ciò rende l'interpretazione dei test sempre molto complessa.
L'utilità del test è invece indubbia se il risultato è negativo, poiché permette di escludere l'encefalitozoonosi dalla lista delle diagnosi differenziali.

Terapia
E' importante sottolineare che i farmaci utilizzati possono eliminare il parassita dall'organismo infettato, ma non possono riparare le lesioni che questo ha provocato (lesioni granulomatose nel Sistema Nervoso Centrale), è quindi di fondamentale importanza l'intervenire il più precocemente possibile per prevenire l'insorgenza di lesioni irreversibili. Non esistono farmaci registrati per la terapia dell'encefalitozoonosi del coniglio. I farmaci comunemente impiegati appartengono ad una Famiglia di farmaci antiparassitari registrati per l'uso nell'uomo e per altri animali (bovini, cani e gatti), i farmaci benzimidazolici: albendazolo e fenbendazolo. Questi farmaci, si sono rivelati efficaci e virtualmente privi di gravi effetti collaterali; l'appetito viene considerato un valido indicatore della prognosi: i conigli che continuano ad alimentarsi, seppure con qualche aiuto da parte del proprietario, solitamente guariscono. Quelli che rifiutano il cibo difficilmente superano la malattia.
Durante la fase acuta, in presenza di animali che rotolano appena tentano di muoversi o con vere e proprie crisi convulsive in atto, è indicato l'uso di farmaci sedativi come le benzodiazepine, unito all'impiego di farmaci antinfiammatori quali corticosteroidi (l'uso è ancora dibattuto) e FANS.
La terapia chirurgica è invece riservata solo in caso di coinvolgimento oculare (uveite facoclastica), mediante l'asportazione del cristallino o l'enucleazione del globo oculare (meglio se dopo la risoluzione della fase acuta).
I sintomi possono regredire completamente, oppure può permanere una deviazione della testa da un lato (il cosiddetto "torcicollo") più o meno pronunciato. Nonostante il torcicollo, il coniglio è di solito in grado di condurre una vita pressoché normale e felice, e non va quindi presa in considerazione l'eutanasia solo per la presenza di questo sintomo..
Se altri conigli sono venuti in contatto con il soggetto infetto, è buona norma trattare preventivamente tutti con i farmaci illustrati prima vista l'estrema facilità con cui si trasmette il parassita.
Un consiglio molto utile è la pulizia e la disinfezione della gabbia, delle aree dove il coniglio ha soggiornato e dove è andato ad urinare e tutte le sue suppellettili con candeggina, vapore a pressione, prodotti a base di fenoli. Questi prodotti sembrano essere gli unici efficaci nell'eliminazione delle spore dall'ambiente.

Sergio Silvetti DVM
socio SIVAE-AEMV-EVT
via per Armeno n°1
28010 Miasino (No)
Tel.: +393401441276
Email: [email protected]

Bibliografia
Textbook of rabbit medicine, Frances Harcourt-Brown
Primo Incontro SIVAE, 19/20 Marzo 2005, Problemi urogenitali negli Animali Esotici; l'encephalitozoonosi nel coniglio: tutto (o quasi) quello che avreste voluto sapere e che forse non vi hanno mai detto, D'Acierno Dr. Massimo
L'infezione da Encephalitozoon cuniculi nel coniglio da compagnia, Marta Dr. Avanzi, aaeweb.net
Un'indagine su Encephalitozoon cuniculi in colonie di coniglio in Elazig, Turchia: pathomorphologic e serologic studies (carboimmunoassay test), Y. Eroksuz, H. Eroksuz, H. Ozer, A. ÇCevik, O.Unver

mi piazzi
 
Top
1 replies since 23/3/2009, 11:34   1468 views
  Share